2007-06-05 14:16:47

La 18^ Assemblea Generale di Caritas Internationalis in Vaticano


Terzo giorno di lavori dell’Assemblea generale della Caritas Internationalis, all’Aula Nuova del Sinodo, in Vaticano. La sessione mattutina si è concentrata sul lavoro umanitario promosso da Caritas nel mondo. Per una riflessione sui temi principali all’ordine del giorno dell’Assemblea, Alessandro Gisotti ha intervistato mons. Hector Fabio Henao Gaviria, presidente di Caritas Colombia: RealAudioMP3
 

 
R. – In questo momento come Caritas Colombia stiamo facendo soprattutto una riflessione relativa alla globalizzazione e come globalizzazione e carità possano trovarsi insieme, camminare insieme nell’attuale situazione del mondo. E ciò anche per vedere come la Dottrina Sociale della Chiesa possa aiutarci nella riflessione sulla globalizzazione e come dalla grande Dottrina Sociale della Chiesa vengono i grandi principi ed i valori per tutti i cristiani, che si trovano sia nei Paesi del nord del mondo che nei Paesi del sud del mondo. Quindi, fra coloro che soffrono a causa della povertà e della miseria.

 
D. – In aree travolte da conflitti, come la Colombia, cosa può fare la Caritas anche per pacificare gli animi?

 
R. – Noi della Caritas siamo alla base. Noi della Caritas lavoriamo maggiormente con le vittime dei conflitti e non soltanto con gli sfollati, che sono tantissimi in Colombia, ma anche con i familiari dei sequestrati, con le persone che hanno subito delle minacce. Abbiamo con loro un contatto molto stretto e diretto. Lavorando con le vittime, però, siamo ovviamente anche in contatto con coloro che hanno fatto il male e che hanno creato sofferenza agli altri. Nella nostra prospettiva, il fatto di lavorare direttamente con le vittime rappresenta un segno della presenza di Gesù Cristo nel mondo e sarà sempre un segno dell’evangelizzazione: il Cristo che dalla Croce si unisce a tutti coloro che soffrono.

 In mattinata, i partecipanti all’assemblea si sono raccolti in Piazza San Pietro per una foto con uno striscione recante lo slogan Make Aid Work “Fate funzionare gli aiuti”. Un appello rivolto alla comunità internazionale e, in particolare, alle Grandi Potenze, alla vigilia del G8 di Heiligendamm, in Germania. Dal canto suo, Caritas Internationalis ha aperto da due anni un ufficio a Ginevra per dare più forza al suo impegno per i diritti umani. Ecco la testimonianza del Rappresentante permanente della Caritas a Ginevra, Maddalena Occhetta, raccolta da Alessandro Gisotti: RealAudioMP3


R. – Fin dall’inizio il nostro impegno, la nostra sfida è sempre stata quella di riuscire a portare il nostro concetto cristiano di dignità della persona non solo al cuore del dibattito sui diritti dell’uomo, ma anche al cuore del dibattito sullo sviluppo, che continua ad essere centrale a Ginevra. I nostri luoghi privilegiati di presenza, oltre al nuovo Consiglio per i diritti dell’uomo, sono l’Alto Commissariato per i Rifugiati e, allo stesso tempo, il Consiglio economico sociale delle Nazioni Unite. La Caritas collabora anche con altre Organizzazioni non governative per l’organizzazione di un Forum della società civile incentrato proprio sullo sviluppo. Il nostro obiettivo è quello di portare l’esperienza delle nostre Caritas sul territorio, ricordando come solo l’uomo sia protagonista dello sviluppo.

 
D. - Come l’attività e la missione di Caritas viene percepita alle Nazioni Unite?

 
R. – C’è sicuramente una forte esigenza - anche da parte delle Nazioni Unite - di voci legate ad una appartenenza religiosa, che vengono soprattutto considerate in questo momento un valore aggiunto. Io invito, quindi, anche le altre organizzazioni cattoliche ad essere presenti sulla scena internazionale in virtù della propria identità cattolica e di trarre dall’identità cattolica delle posizioni originali, perché è proprio su questo che la nostra voce viene richiesta.

Al centro della conferenza stampa di oggi, a chiusura della sessione mattutina, la crisi mediorientale e la guerra al terrorismo. Proprio sull’impegno per la pace profuso da Caritas in Medio Oriente, Alessandro Gisotti ha intervistato Wael Suleiman, direttore di Caritas Giordania: RealAudioMP3


R. – Certo, la Caritas ha il suo ruolo fondamentale nel costruire la pace. Oggi abbiamo un programma a livello mondiale per la costruzione della pace. Stiamo lavorando tutti per la realizzazione di questo programma. Noi come Caritas Giordania lavoriamo con tutti, siano essi musulmani o cristiani. Lavoriamo tutti insieme. La nostra prima volontà è quella di riuscire a mettere tutti assieme per costruire questa pace, che speriamo un giorno arrivi.

D. – La carità, l’amore unisce anche al di là delle distinzioni di fede…

 
R. – Io credo che oggi Caritas Giordania stia dando questa testimonianza. Quest’anno festeggiamo i 40 anni della Caritas Giordania e se torno indietro con il pensiero, non posso che constatare che in questi 40 anni di vita la Caritas Giordania mai si è preoccupata di domandare a coloro che venivano a chiederci aiuto se fossero musulmani o cristiani. Oggi, in Giordania, i musulmani ci rispettano molto, perché sanno che la Caritas è una Organizzazione cattolica, ma sanno anche che questa organizzazione cattolica non fa alcuna distinzione tra musulmani e cristiani.







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